sabato 30 gennaio 2021 (ore 21)
Ascanio Celestini in
BARZELLETTE
di Ascanio Celestini
musiche dal vivo di Gianluca Casadei
produzione Fabbrica srl
Ascanio Celestini torna in scena per raccontare le sue barzellette.
Le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo.
E poi la loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore. Non c’è uno Shakespeare delle storielle. Chi le racconta si prende la responsabilità di riscriverle in quel preciso momento. Ma anche l’ascoltatore diventa implicitamente un autore. Appena ascoltata la storiella, può a sua volta diventare un raccontatore e dunque un nuovo autore che la cambia, reinterpreta e improvvisa.
Le barzellette hanno attraversato il mondo e le culture vestendosi dell’abito locale, ma portando con sé elementi pescati ovunque. La stessa struttura di una storiella sarda che racconta la lite tra vicini la ritroviamo in una barzelletta cecoslovacca sull’invasione russa del ‘68. I carabinieri italiani in Francia diventano belgi. I tirchi sono scozzesi o genovesi e, un po’ ovunque, ebrei. Le barzellette sugli afroamericani quando arrivano in Italia finiscono sul corpo degli zingari. Se ne racconti solo un paio rischi di fare il gioco dei razzisti. Ma se ne metti in fila tante dimostri che nelle storielle c’è anche una grande compassione. Ci ricordano infatti che possiamo ridere di tutto e soprattutto di noi stessi.
Queste sono storielle raccolte da un capostazione dai viaggiatori sconosciuti che transitano senza lasciare traccia nella stazione terminale in cui lavora. Qui un becchino attende un morto “di lusso”, un emigrante che ha fatto fortuna all’estero e che sta tornando al paese per farsi seppellire. Incastonate in una struttura narrativa sempre aperta all’improvvisazione, le barzellette di Celestini attraversano mondi e culture, descrivono popoli e mestieri.
“Non tutte le storielle sono per tutti e per ogni luogo, ma ogni luogo può accogliere molte storielle e ogni persona può ascoltarne tantissime.
Perciò l’idea che sta alla base di questo spettacolo è che possa essere rappresentato ovunque e per qualsiasi spettatore.
È una modalità che adottiamo da sempre. Abbiamo fatto spettacoli nelle scuole, nelle fabbriche, in strada, in ospedale, nei bar, in miniera, in treno e in molti altri luoghi apparentemente non teatrali. Con questo contiamo di fare un altro passo avanti.”
Ascanio Celestini (Roma, 1972)
“Faccio teatro dal 1996. Da quell’anno ho portato in scena una ventina di spettacoli, scritto una decina di libri, partecipato a qualche trasmissione in radio e in televisione, registrato un disco, girato due documentari e due film. Ho raccolto storie di contadini e operai, infermieri psichiatrici e operatori di call center, minatori e detenuti. In diciassette anni di tournée ho cambiato tre automobili e adesso ho un furgone carico di scenografie. A parte gli alberghi non ho mai abitato fuori dalla mia borgata e ho cambiato quattro case spostandomi complessivamente di quattrocento metri.”
Omaggio ad Ascanio Celestini