CORIOLANO

MERCOLEDI’ 8 NOVEMBRE 2017

CORIOLANO
di William Shakespeare
adattamento e regia Marco Plini
con Marco Maccieri nel ruolo di Coriolano
e con Luca Cattani, Luca Mammoli, Cecilia Di Donato, Marco Merzi, Valeria Perdonò
aiuto regia Thea Della Valle e Angela Ruozzi
disegno luci Fabio Bozzetta
costumi Nuvia Valestri
video editing e shooting Samuele Huynh Hong Son
I costumi dei senatori romani sono abiti Luigi Bianchi Sartoria, Mantova
produzione Ass.Centro Teatrale MaMiMò

L’ultima tragedia di Shakespeare, datata 1607, è sicuramente l’opera più politica e una delle
meno rappresentate di William Shakespeare, nel 1957, esattamente 60 anni fa, Giorgio
Strehler ne fece una mastodontica messinscena al Piccolo Teatro; una perfetta macchina
metaforica sul potere, tra i temi più cari al drammaturgo inglese.
L’adattamento del testo per questa produzione mira a evidenziare questa tematica e a
sottolineare il legame con il presente. La tragica vicenda personale del generale Caio Marzio,
detto Coriolano da Corioli, città dei Volsci dai lui espugnata, è infatti indissolubilmente
legata al destino di Roma, una città in espansione in cui le istituzioni democratiche sono
ancora fragili e nuove forze popolari si affacciano sulla scena politica.
Coriolano, allevato e cresciuto in una gens romana, secondo i valori tradizionali nella guerra
e per la guerra, è campione assoluto in battaglia, le sue imprese vittoriose contro i Volsci,
una volta rientrato a Roma, lo rendono il candidato ideale per la carica di console.
Coriolano però è un conservatore, disprezza il popolo che accusa di codardia ed è
apertamente ostile ai tribuni i nuovi magistrati eletti in rappresentanza delle istanze popolari.
L’intransigenza di Coriolano, il suo senso di assoluto, entra in conflitto con le esigenze di
mediazione della politica, i tribuni riescono a capovolgere l’esito dell’elezione e a esiliare
Coriolano, condannandolo come nemico del popolo. Coriolano, tradito da Roma, tradirà a
sua volta alleandosi con il suo nemico Tullo Aufidio, il capo dei Volsci e marciando contro
Roma per cingerla d’assedio e punirla della sua irriconoscenza. Soltanto l’ambasceria guidata
dalla madre Volumnia convincerà il guerriero a firmare la pace e salvare Roma dalla
distruzione. Tornato dai Volsci troverà la morte verrà ucciso per l’invidia di Aufidio e perché
riconosciuto traditore dell’alleanza.

Note di regia
La vicenda narrata in Coriolano crea un attrito con l’oggi perché racconta di una forma
politica in divenire. La Roma repubblicana in cui il popolo smette di essere massa passiva,
l’argilla della storia plasmata dai re, e chiede di avere voce e parte attiva nelle decisioni dello
stato che lo riguardano, mette in luce le contraddizioni e i conflitti di una democrazia dei
primordi, sollevando interrogativi che restano fondamentali per chi vuole provare a “pensare
la politica”.
Il testo presenta in apertura una città che sembra sull’orlo di una guerra civile, l’espansione
militare all’esterno ha creato pericolosi conflitti interni. Nell’insanabile opposizione tra
Coriolano e il popolo si riflette una lotta di classe, come diceva Brecht, grande ammiratore
del testo, ma una lotta che si gioca non sul piano economico ma su quello dei valori.
Populismo, mancanza di meritocrazia e soprattutto quell’invadente irrazionalità che produce
solo cattivo governo: sono questi i limiti della democrazia? Il popolo è chiamato alla
responsabilità del governo, ma ne è veramente interessato? L’uguaglianza e la meritocrazia
sono concetti antitetici o complementari? Sembra di confrontarsi con le macerie di una
società, anche se il testo parla della sua costruzione.

Coriolano è il testo più politico di Shakespeare, uno dei più cupi, e, curiosamente uno dei
meno rappresentati. Nella vicenda pubblica del condottiero romano sembrano apparire
fantasmi che ci portano dritti dritti ai nostri giorni e ci fanno interrogare sulla natura dei
nostri istinti sociali. In effetti è sorprendente affrontare un testo come questo e ritrovarvi gli
stessi meccanismi che governano la nostra società, quei difetti nel meccanismo dialettico tra
le classi che sono attivi anche oggi ed impediscono la libera espressione democratica.
In questa dialettica continua, che non trova soluzione ma che chiede allo spettatore di
prendere posizione, i punti di vista si alternano attorno a tre poli principali: Coriolano, il
popolo e i politici (più o meno conservatori, più o meno progressisti).
Coriolano è nemico del popolo, vorrebbe eliminare i suoi rappresentanti, propone un modello
autoritario e oligarchico. Vero.
Coriolano è un eroe, con la sua bravura in battaglia ha salvato