MARTEDÌ 16 DICEMBRE 2014
HOMICIDE HOUSE
di Emanuele Aldrovandi
Testo vincitore del 52^Premio Riccione-
Pier Vittorio Tondelli 2013
regia di Marco Maccieri con l’amichevole collaborazione di Gabriele Vacis
con Elena Arvigo, Marco Maccieri, Luca Cattani, Cecilia di Donato
scene Antonio Panzuto
costumi Francesca Dell’Orto
disegno luci Fabio Bozzetta
assistente alla regia Pablo Solari
produzione BAM Teatro / MaMiMò (con il contributo di Premio Riccione per il Teatro)
Indebitato per problemi di lavoro, un uomo finisce vittima di un gioco al massacro riservato a facoltosi personaggi in cerca di emozioni forti. Un gioco che non lascia scampo e che affida all’uomo il compito di spiegare al mondo, con ipocrisia e falsità, una storia troppo complicata. Lo spettacolo, realizzato con la collaborazione del nostro Centro di documentazione “Pier Vittorio Tondelli”, ha debuttato al Festival “Castel dei Mondi” di Andria; in scena, tra gli altri, Deniz Özdogan, giovane attrice in grande ascesa, recentemente protagonista de La tempesta diretta da Binasco e prediletta da Rafael Spregelburd (la rivedremo infatti in scena in Furia avicola).
L’assegnazione del premio Tondelli-Riccione conferma la statura del pur giovanissimo drammaturgo reggiano Emanuele Aldrovandi, già vincitore, con altro testo, del premio Pirandello.
“Sinistra e infantile parabola sugli incerti confini tra il vero e il falso, testo introspettivo dal piglio ironico-favolistico (favole macabre senza lieto fine, per intendersi), Homicide House è un coraggioso tentativo di scrittura drammaturgica ‘verticale’, in grado di farsi carico di una matrice teoretica/concettuale che mette in atto una ‘morbida’ elusione del tragico. Se il dilemma attorno a cui ruota il dipanarsi della storia appartiene di diritto alla normalità prosaica (in sintesi, si può mentire a fin di bene o, al limite, nel nome del male minore?), i personaggi dimostrano di essere istanze filosofiche, portatori di una determinata poetica del pensiero, prim’ancora che entità finzionali: non è un caso se Uomo, che nasconde alla donna amata il vizio di indebitarsi per il puro piacere di farlo, dovrà condurre i suoi equivoci commerci con loschi figuri quali Camicia a pois e Tacchi a spillo, riuscendo a salvare la pelle senza alcuno sforzo pratico ma con un puntuale esercizio della parola. La Casa degli Omicidi è un meccanismo di sevizie psicologiche che ferisce e uccide con il ragionamento piuttosto che con le sole armi di tortura. Un’idea originale alla base della scrittura e un linguaggio disinvolto e agile nell’alternare isolati e funzionali monologhi a fulminanti e accesi dialoghi fanno del testo un riuscito e promettente esperimento.”
(dalla motivazione della giuria del premio Tondelli 2013)