IL MAESTRO E MARGHERITA

 

CAMBIO DATA: la recita di mercoledì 6 febbraio e’ cancellata e anticipata a LUNEDI’ 4 FEBBRAIO 

Restano validi per la nuova data (4 febbraio)
gli abbonamenti
TUTTI A TEATRO – turno B e i biglietti acquistati per mercoledì 6 febbraio
(sia online che c/o la biglietteria del teatro)

Invariata la recita di martedì 5 febbraio.

Per informazioni contattare la biglietteria del teatro aperta dal lun. al ven. dalle 18 alle 19 / sabato dalle 10,30 alle 12,30 – tel. 0522637813 – info@teatroasioli.it

 

LUNEDI’ 4  – MARTEDI’ 5  FEBBRAIO 2019 – MERCOLEDI’ 6 FEBBRAIO 2019
ore 21

IL MAESTRO E MARGHERITA
di Michail Bulgakov
riscrittura di Letizia Russo

con Michele Riondino nel ruolo di Woland
e Francesco Bonomo (Maestro/Ponzio Pilato), Federica Rosellini (Margherita)
e con (in o.a.) Giordano Agrusta, Carolina Balucani, Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Alessandro Pezzali, Francesco Bolo Rossini, Diego Sepe, Oskar Winiarski

regia Andrea Baracco

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Simone De Angelis
musiche originali Giacomo Vezzani

produzione Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Brunello Cucinelli Spa in occasione dei 40 anni di attività dell’impresa

Quello che rende l’uomo veramente diverso da qualsiasi altro animale è la sua capacità di immaginare e credere in cose che non esistono. Divinità, valori, ideologie, saldano i rapporti tra gli uomini e danno forma alle società, permettendo a migliaia, milioni di persone, di muoversi nella stessa direzione. Condividere questi pilastri immateriali è un atto di fede involontario che garantisce la sopravvivenza delle comunità umane. E assegna un ruolo a ogni individuo, che nelle circostanze specifiche del sistema immaginato dalla sua comunità può ritrovarsi vittima o carnefice, dalla parte della ragione o da quella del torto. Ma cosa succede se qualcosa, o qualcuno, arriva ad inoculare i semi del caos nelle maglie di una struttura umana formata e solida? Succede che la natura del singolo e, a cascata, la struttura sociale, rivelano le loro parti più nascoste, le loro possibilità inaspettate, le loro contraddizioni impresentabili. Il Maestro e Margherita, tra i tanti temi che affronta, ci parla anche di questo, di come l’immaginazione umana sia un’arma potente e fragile, in grado di erigere strutture grandiose ma incapace di contenere davvero il Mistero. Nella versione teatrale che proponiamo, le tre linee narrative su cui si muove il racconto di Bulgakov (l’irruzione a Mosca del Diavolo e dei suoi aiutanti, la tormentata storia d’amore tra il Maestro e Margherita, e la vicenda umana del governatore di Palestina, Ponzio Pilato, che dovrà decidere delle sorti di un innocente) saranno lette e restituite attraverso un meccanismo di moltiplicazione dei registri e dei ruoli, facendo dell’evocazione e dell’immaginazione le chiavi per immergersi in un racconto complesso e tragicomico come la vita. Ma a quella forza in grado di sovvertire l’ordine e di abbattere confini reali e immateriali, all’amore tra due esseri umani e alla sua capacità di sopravvivere anche alla morte, sarà affidato il compito di tenerci per mano e domandarci, insieme al Maestro e alla sua Margherita: Cos’è la verità?
Letizia Russo

Un solido gruppo di attori dà vita alle straordinarie, magiche e perturbanti pagine di Michail Bulgakov; faremo palpitare i nostri cuori dando corpo ad una delle più strazianti e straordinarie storie d’amore della letteratura, quella tra il Maestro e Margherita e quel loro rimanere fatalmente impigliati, imprigionati quasi, l’uno nel corpo e nella mente dell’altra.
Il Maestro e Margherita è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti. Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’ interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. A volte si ride, a volte si piange, spesso si ride e piange nello stesso momento. Insomma, in questo romanzo, si vive, sempre.
Andrea Baracco