L’ATTESA

ph ©fabiolovino

martedì 21 marzo 2023
ore 20,30

L’ATTESA
di Remo Binosi
con (in o.a.) Anna Foglietta, Paola Minaccioni
regia Michela Cescon

scene Dario Gessati
costumi Giovanna Buzzi
disegno luci Pasquale Mari
suono Piergiorgio De Luca
assistente alla regia Elvira Berarducci
foto Fabio Lovino
produzione Teatro di Dioniso – Teatro Stabile del Veneto
in collaborazione con Fondazione Musica per Roma, Teatro Stabile di Bolzano, ATCL Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio
produzione esecutiva Teatro di Dioniso

Il testo l’Attesa è pubblicato da «La Nave di Teseo» di Elisabetta Sgarbi (marzo 2022)

Dopo essersi misurata nella sua prima regia teatrale con la trasposizione scenica dell’ultimo romanzo di Alberto Moravia La donna leopardo, Michela Cescon sceglie, con Teatro di Dioniso, di portare in scena L’Attesa di Remo Binosi, testo che fece conoscere l’autore veronese al grande pubblico nella storica messa in scena del 1994 diretta da Cristina Pezzoli.

Ventisei anni dopo – anche come necessario recupero di un materiale forte per ritrovare un repertorio italiano importante al pari dei classici – Cescon decide di riproporre il testo di Binosi mettendo in scena due interpreti molto amate dal pubblico: Anna Foglietta e Paola Minaccioni, per la prima volta insieme sul palco, a dare corpo e voce ala nobildonna Cornelia e alla sua serva Rosa, le due protagoniste della pièce.

A differenza della versione del 1994, si è voluti partire dalla prima stesura del testo del 1992, scritta a macchina dall’autore stesso – con una punteggiatura spesso ossessiva dopo ogni singola parola, ogni singolo articolo – e con la dedica alla moglie Anna nella seconda pagina del dattiloscritto. Partire quindi dall’idea originale e, grazie alla disponibilità delle eredi, lavorare sulla prima stesura di Binosi che – a differenza della versione del 1994 – esalta la relazione tra le due protagoniste e rende marginale l’intervento di un terzo personaggio, quello della nutrice, che infatti si è poi arrivati a togliere per concentrare tutto sullo sviluppo della relazione delle due donne. Un dualismo moderno da teatro del ‘900, tra personaggi, ma anche drammaturgico tra il teatro di Rosa in lingua veneta e la letteratura ricca di immagini e inconscio di Cornelia.

Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento, a cui è difficile rimanere indifferenti e – nonostante l’azione sia ambientata nel ‘700 – i temi e i contenuti trattati sembrano parlare di noi, come se non fosse cambiato nulla: la differenza di classe, il rapporto serva-padrona, il doppio, l’amore, il piacere, la maternità, il peccato, la punizione, il femminile, il male, la morte, la seduzione. Tutto viene raccontato con continui cambi di registro narrativo, tenendo in equilibrio tra loro commedia e dramma. Il linguaggio è originale e sorprendente, bello da recitare ad alta voce, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo.

Ad accompagnare il progetto si affianca alla regia un’importante équipe artistica: Dario Gessati, che firma le scene, Pasquale Mari, il disegno luci, Giovanna Buzzi, i costumi, e Piergiorgio De Luca, il suono. Elisabetta Sgarbi ha curato la pubblicazione del testo con la sua «La Nave di Teseo».

ANNA FOGLIETTA_L’ATTESA
“L’attesa è un testo di Remo Binosi con regia di Michela Cescon interpretato da me e Paola Minaccioni.
La storia racconta di queste due donne che si trovano a dover vivere la propria gravidanza in uno stato di reclusione perché entrambe sono state abusate. Il personaggio di Cornelia, da me interpretato, è una donna molto nobile, rimasta incinta dopo aver subito una violenza fisica. La sua famiglia decide quindi di recluderla all’interno di una casa di campagna senza concederle nemmeno il conforto di una presenza.
A seguito delle sue richieste le viene concessa la vicinanza di una serva: ne nascerà così una relazione non soltanto di amicizia ma anche fisica, emotiva, sentimentale che vedrà il susseguirsi dei mesi con la vicinanza dell’una con l’altra. È un testo che parla di donne, di femminilità, di umanità e del senso profondo dello stare al mondo.

Lo definisco un testo esistenzialista, soprattutto il personaggio di Cornelia al quale è affidato il compito di portare avanti un pensiero soprattutto rispetto al senso dell’esistenza. Ha senz’altro una forma di nichilismo che però viene tradita dalla sua giovane età, mentre il personaggio di Rosa è più concreto e distilla all’interno dello spettacolo perle di saggezza legate al suo essere pragmatico.

Due donne agli antipodi che però si compenetrano perfettamente. Il tema fondamentale all’interno di questo spettacolo è legato all’esistere e allo stare al mondo declinato da due donne (ma potrebbe essere declinato al maschile senza problemi). Il senso profondo di questo testo è proprio che non ha genere nonostante la figura della donna venga toccata con estrema precisione, ed è anzi ciò che alla fine secondo me verrà più evidenziato e che interesserà di più allo spettatore: cogliere la libertà di cui le donne sono veramente capaci, oltre alla grande generosità e trasversalità che queste possono avere quando si tratta di entrare in contatto con la propria natura e la propria esistenza ed essenza.

 

BIGLIETTI
Platea / palchi centrali I°- II°- III° ordine e proscenio – intero – euro 25,00 / ridotto – euro 22,50
Palchi laterali I° e II° ordine – intero – euro 22,50 / ridotto – euro 20,00
Palchi laterali III° ordine e loggione – unico – euro 18,00
(+ euro 1 prevendita)