LUNEDI’ 9 FEBBRAIO 2015
OTELLO
di Luigi Lo Cascio
liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare
regia Luigi Lo Cascio
con Vincenzo Pirrotta, Luigi Lo Cascio, Valentina Cenni, Giovanni Calcagno
scenografia, costumi, animazioni Nicola Console, Alice Mangano
musiche Andrea Rocca
luci Pasquale Mari
produzione Teatro Stabile Catania / ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Un Otello scarnificato, condensato nella dimensione dell’atto unico, ridotto a tre, anzi quattro personaggi: il ruolo del titolo, Iago e Desdemona, ai quali si aggiunge l’invenzione di un soldato che si fa narratore, coscienza critica, coro.
“A partire dall’Otello di Shakespeare, un altro Otello”, sottolinea Luigi Lo Cascio a proposito della sua nuova avventura teatrale, che lo impegna nella triplice veste di autore, regista, attore.
Luigi Lo Cascio riassume il percorso che lo ha portato alla personale rivisitazione della tragedia del Bardo: “Mettere in scena l’intero testo, e per di più nella versione compiuta e statuaria dell’originale, appare impresa fuori misura. Così, insieme per prudenza e devozione nei confronti del modello, ho cercato di cavarne un soggetto, fedele il più possibile agli spunti narrativi e ai rimandi alla fonte, ma intraprendente, sempre scontando i limiti delle forze a disposizione, nella ricerca di una via, foss’anche un vicolo, da aggiungere alla mappa sterminata che raccoglie le varianti, le trasposizioni i calchi di questa tragedia candidamente misteriosa. Fortunatamente, il fatto che l’opera di Shakespeare, pur coinvolgendo lo spazio pubblico, rapidamente converga e punti al cuore di un dramma fortemente individuale, sembra autorizzare un lavoro di concentrazione e restrizione del campo d’azione. Vengono messe a fuoco soltanto alcune parti del testo, quelle che obbligano a confrontarsi con l’enigma di certe passioni umane”.
Attraverso l’uso dei versi e con una scrittura in cui la lingua italiana e quella siciliana si fronteggiano a colpi di endecasillabi, il plot si presenta modificato già nella sequenza temporale. Spiega ancora Lo Cascio: “Si comincia dalla fine del testo di Shakespeare. La tragedia di Otello è già compiuta.
La prima preoccupazione di chi resta è giustiziare Iago. Per mezzo di atroci torture si vuole penetrare il mistero dell’evidente sproporzione tra il suo risentimento per Otello e la catastrofe che ha voluto innescare. Un soldato che ha assistito agli avvenimenti, non sopportando le distorsioni e i travisamenti con cui la vicenda rischia di venire tramandata, racconta la storia del suo amato generale, praticando alcune infrazioni alla realtà in nome di una verità più radicale. Nella sua versione,la storia di Otello è la storia di un uomo. E ciò che lo conduce al compimento del suo atto scellerato non è chiaramente dovuto alle implicazioni che derivano dal colore nero della pelle, ma dalla dif ferenza tra uomo e donna: quella dif ferenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, può spalancare un varco da cui può irrompere un odio smisurato.”
Sulle orme di Otello scavando nelle fibre più intime dell’essenza shakespeariana Luigi Lo Cascio affonda la colta penna drammaturgica in un grumo di passioni radicali e riscrive la sua poetica e personalissima versione dell’immortale tragedia. Un azzardo, in teoria, che si trasforma in sorprendente conquista sulla scena. Nonostante il testo sia sfrondato da luoghi e personaggi, rimangono solo quelli fondamentali Otello, Iago, Desdemona. Pur con l’inedito uso del dialetto siciliano arcaico in endecasillabi e la mattanza del finale ribaltata nell’incipit, il nuovo Otello non tradisce per nulla la fonte primaria, arricchendosi di una cavernosa analisi psicologica con sguardo contemporaneo.
Francesca Motta, (Il Sole24ore)