
Roma, Museo ferroviario di Colonna
Ascanio Celestini – Barzellette
©Musacchio, Ianniello & Pasqualini
*******************
NB la presente foto puo’ essere utilizzata esclusivamente per l’avvenimento in oggetto o per pubblicazioni riguardanti Ascanio Celestini
*******************
venerdì 29 gennaio 2021 (ore 21)
Ascanio Celestini in
RADIO CLANDESTINA
uno spettacolo di Ascanio Celestini
a partire dal testo di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito
produzione Fabbrica
Roma. Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno le risponde che “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali ”.
Il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca in via Rasella.
Il 24 marzo, per rappresaglia, i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina, dieci italiani per ogni tedesco morto.
Il 25 marzo sui giornali compare il proclama dei nazisti che annuncia tanto l’azione dei partigiani quanto l’eccidio che seguì.
“L’eccidio delle Fosse Ardeatine è conosciuto da tutti, e in particolare per i romani ha segnato il momento più tragico dell’occupazione nazista. Nei mesi in cui lavoravo al progetto mi è spesso capitato di parlarne in giro e dopo un attimo vedere la cassiera del bar o il tecnico del teatro che mi si avvicinava dicendomi ‘io sono il figlio del ragazzino che giocava a pallone a via Rasella il giorno dell’azione partigiana’ o ‘io mi chiamo Carla perché mio nonno si chiamava Carlo ed è morto alle Ardeatine’”…
Questa è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana. Perché è una storia che potrebbe cominciare alla fine dell’ottocento, quando Roma diventa capitale, e continuare negli anni in cui si costruiscono le borgate, proseguire con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziali, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.
A vent’anni dal debutto, Ascanio Celestini riporta in scena il monologo che ha lanciato la sua folgorante carriera di cantastorie, uno spettacolo diventato un classico della “nuova narrazione”. E’ una riflessione sulla storia e sulla memoria a partire da uno degli episodi più efferati dell’occupazione nazista in Italia. Partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito, che raccoglie circa 200 interviste, Celestini dà voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva e diretta. Il risultato non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivente e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città.
Ascanio Celestini (Roma, 1972)
“Faccio teatro dal 1996. Da quell’anno ho portato in scena una ventina di spettacoli, scritto una decina di libri, partecipato a qualche trasmissione in radio e in televisione, registrato un disco, girato due documentari e due film. Ho raccolto storie di contadini e operai, infermieri psichiatrici e operatori di call center, minatori e detenuti. In vent’anni di tournée ho cambiato tre automobili e adesso ho un furgone carico di scenografie. A parte gli alberghi non ho mai abitato fuori dalla mia borgata e ho cambiato quattro case spostandomi complessivamente di quattrocento metri.”
Omaggio ad Ascanio Celestini